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Cervino

30 gen. 2013
Non ho mai pensato seriamente agli 8000 come evoluzione naturale del mio andare in montagna.
Ostacoli di vario tipo, come: il poco tempo libero, i costi della spedizione, i rischi oggettivi e, non ultima, la mancanza
di esperienza su questi terreni, mi hanno sempre fatto desistere senza troppi patemi d’animo. Di seguito, fra
luci e ombre, l'esperienza di Andrea.
Amos


Il Dhaulagiri (Montagna Bianca) è alto 8.167 metri s.l.m. ed è il settimo monte più alto della Terra, la
maggiore cima situata interamente in un'unica nazione. Si trova in Nepal, fa parte della catena dell'Himalaya,
35 km a ovest dell'Annapurna, separato da esso dalla valle Kali Gandaki.
Fu scoperto nel 1808 e venne ritenuto per circa 30 anni, fino alla scoperta del Kanchenjonga, il monte più
alto della Terra.

Tentativo di salita al Dhalaugiri per la Via normale nel 2008.

Partecipanti alla spedizione: ANDREA BORCA, ANDREA LUCCHI, ALICE ALLEGRINI, ALBERTO MAGLIANO,
DAL CIN ADRIANO.

Riflessioni di Andrea Borca

Di questa spedizione si è già parlato a tempo debito e con dovizia di particolari.
(vedi anche www.paesieimmagini.it/blog/blog_dhaulagiri/blog_dhaulagiri.htm)

Quello di cui non si è parlato sono le impressioni, i sentimenti, le sensazioni non sempre positive,
che accompagnano questo tipo di salite.
Andrea Borca, uno dei componenti della spedizione, mi invita a pubblicare, 5 anni dopo, le sue riflessioni.
Il ricordo è ancora vivo, anche se è passato molto tempo.
La spedizione si è fermata poco oltre il campo 2: il brutto tempo e l’imminente arrivo del monsone
hanno impedito ogni possibilità di proseguire oltre.

- Questa e’ stata la mia prima volta con una spedizione - dice Andrea - e per di più ho cominciato subito con
un 8000. Bel esordio direte voi, in effetti, avevo visto un 8000 solo sulle riviste! Vederlo dal vero è
tutt’altra cosa, è assai impressionante!
Il DHAULAGIRI e’ stata una scelta obbligata, l’obiettivo era lo SHISHA PANGMA tecnicamente più facile. Per
motivi politici (instabilità del Tibet), abbiamo dovuto cambiare destinazione
all’ultimo momento.-

Andrea osserva: - La mia, è stata una prima esperienza un po’ traumatica, non ero abituato a questo genere
di alpinismo!
La cosa che più mi ha colpito non sono tanto i tanti, troppi alpinisti che aspettano il “loro momento” ma,
gli sherpa, i veri protagonisti degli 8000. Portano i carichi, attrezzano i tratti più insidiosi con corde
fisse, tracciano la salita, eseguono soccorsi, …
Senza di loro queste montagne sarebbero proibitive.-

Continua:- per non parlare dei morti. Troppi morti! In queste montagne, le disgrazie sono un evento
quasi “consueto”.
Dario Bracali, componenete di una spedizione Argentina morirà in quei giorni nel tentativo di raggiungere
la cima.
Aberto Magliano, componente della nostra spedizione, scomparirà il 23 settembre 2012 sul MANASLU sotto
una valanga.-

- Non tornerei in quel posto neanche se mi pagassero!
Preferisco salire montagne meno famose con i miei mezzi, senza portatori, misurarmi con me stesso e con i
miei limiti – osserva Andrea – non si può chiudere gli occhi! Per me, la cima non può e non deve essere
l’unico obbiettivo, costi quel che costi…-

Fra qualche giorno Andrea sarà in Kenia: obiettivo granito, Monte Kenya punta Nelion
(Mt 5188) parete sud - est via Shipton. Non resta che aspettare foto e commenti… :-)   ©

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