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Nome: Torre Cridola
Regione: Veneto
Zona: Cridola
Difficoltà max: IV grado
Atrezzatura: norm. dotazione alpinistica

Tempo Complessivo: 4-5 ore
Quota Partenza: 1300 m
Dislivello Via:160m

Cervino

Torre Cridola di Daniele Pozzati

- SALITA -
Raggiunta Forcella Scodavacca [ore 1.30 dal Rifugio Padova] occorre individuare la Torre del Cridola e, trasferendosi una cinquantina di metri in versante Rifugio Giaf, imboccare il canale detritico diretto alla Torre. Inizialmente conviene stare sulle poche zolle erbose ed entrati nello sconvolto canalone risalirlo meglio sul bordo sinistro, di fianco alla parete trasferendosi infine al centro evitando dei salti e raggiungendo con brevi passaggi tra il I° e il II° la Forcella di Torre Cridola incassata tra la Torre Both e la stessa Torre Cridola [circa 1 ora dalla Forcella Scodavacca; rarissimi ometti sulla sinistra].

Da poco sotto la forcella nel versante da cui siamo giunti, per ghiaie e superando anche un masso incastrato (3 m, II) si arriva ad una seconda forcelletta, una decina di metri più alta dove si trova l'attacco vero e proprio. Salire un caminetto (10 m, II) fino all'evidente terrazza detritica che sta sopra. Risalire il pendio detritico fin sotto la parete (grosso ometto) e traversare per buona cengia detritica verso sinistra fino ad un camino, poco dopo uno spigoletto e una quindicina di metri prima di uno scuro canale. Risalire il camino facendo attenzione alle prese mobili fino ad un terrazzino detritico con cordino viola su spuntone (20 m, III all'inizio poi II, controllare lo stato del cordino!).

Salire la breve paretina friabile alla destra della sosta (II) e raggiungere la terrazza detritica alla fine della quale sta la prossima sosta su spuntone (20 m, cordino bianco da controllare). Trasferirsi qualche metro a sinistra e risalire un canalino che chiude infine in caminetto fino alla stretta Forcella Irma (20 m, I e poi II, sosta con cordini da verificare ancorati ad una clessidra formata dal masso incastrato sulla stessa Forcella). Rimontare uno strano corridoio sulla destra, facilmente per 10 m fino ad una comodissima conchetta di ghiaie (I; sosta con cordino lungo sul pietrone).

Abbassarsi 2 m verso la parete N e traversare su una cengetta marcia sotto un tetto e traversare in obliquo sotto il tetto verso un pietrone quadrato (fin qui 15 m), continuare verso sinistra ed entrare in un camino, risalirlo fino ad uno strapiombo e traversare per cengia a sinistra fino ad un terrazzino ghiaioso con ometti e sostare su spuntone (40 m in tutto; II, IV il traverso con un chiodo rivedibile all'inizio e la possibilità di piazzare un friend medio in un buco; poi III e II; la relazione prevedeva una sosta dopo il blocco quadrato, alla fine del traverso difficile che però noi non abbiamo trovato, così come non abbiamo visto il famoso chiodo alla fine del traverso di IV; controllare infine lo spuntone dove si sosta, presso il terrazzino...).

Risalire dal terrazzino le facili e solide rocce in vista della cresta (I e II, sosta su pietrone presso un'anticima con un filo di ferro). Percorrere pochi metri la cresta e scendere (II) ad un intaglio ghiaioso e con un caminetto (II) raggiungere la vetta vera e propria con ometto e vasetto di yogurt con i biglietti di vetta [circa 2 ore dall'attacco].

- DISCESA -
Scendere arrampicando fino al terrazzino con spuntone dove abbiamo sostato alla fine del traverso di IV e per la cengetta raggiungere il camino chiuso dallo strapiombo.

Contunare a traversare per esile cengetta per 10 m fino ad una sosta (3 chiodi; lasciato un chiodo a lama ma è BENE controllare la sosta e i cordini poichè uno dei due chiodi presenti esce tirandolo con le dita...) che permette una calata di 20 m in parte strapiombante fino pendolare per rientrare nella cengetta alla fine del "corridoio" dove si è sostato all'andata.

Ripercorrere ora la via di salita usando i cordini incontrati per le doppie (max 20 m) fino all'attacco [ore 1.45], poi giù per il canale fino a Forcella Scodavacca [30 min] e la Rifugio Padova [50 min].

- NOTE -
Stupenda salita a questa fotogenica Torre, da alcuni paragonata al Campanile di Val Montanaia per l'arditezza con cui i primi salitori hanno risolto il problema del traverso in parete Nord.

La salita è complessa e in parte su roccia friabile (migliore dal traverso alla cima). Bastano 50 m di corda, alcuni cordini magari per sostituire quelli in loco, il casco e magari il martello e qualche chiodo.
Data: 26.10.2008  ©
Carta: Tabacco 02 Bibliogafia. Visentini, Dolomiti d'Oltre Piave; Berti, Dolomiti Orientali Vol.II

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