Arrampicata, scialpinismo, escursionismo: relazioni in tempo reale

Escursionismo

Nome salita:
Alla ricerca del sentiero fantasma (391)
Data:
17-07-2006
Regione:
Friuli V.G.
 
Zona:
Val Settimana - Val Cellina
 
Partenza da:
C.ra Sette Fontane
 
Dislivello:
1575 m
Quota di partenza:
650 m
Salita a:
nord-ovest
Discesa a:
sud-est
Difficoltà:
alta
 
Commento:
Sentieri segnati che barba, gente che cammina, gente che urla, sorpassi tagliando i tornanti e la gente che ti guarda storto, BASTA! Questa volta voglio un po' di avventura, un sentiero da scoprire, una montagna inviolata da anni, quasi tornata vergine andando a ritroso nel tempo! Quel giorno sulla cima del Cornaget poco avevo visto ma quel poco mi era bastato: un fantastico prato pensile al di sotto di una roccia biancastra traforata come gruviera (Cima dei Landres Bianchs). Tornato a casa ho subito aperto le mappe ed una guida sul parco friulano per studiare un itinerario che visitasse quei posti cosi' remoti, ed ecco la risposta: Traversata Val Cellina - Val Settimana, itinerario che gia' all'inizio della pratica escursionistica mi aveva affascinato ma che forse non era ancora alla mia portata. Convinti due soci sul da farsi, approssimando un po' i tempi di percorrenza, per rendere l'uscita un po' piu' digeribile, partiamo con due auto alla volta di Lesis dove lasciamo la prima e ci potriamo a Casera Sette Fontane da dove parte il nostro trekking. Il primo errore e' stato quello di risalire la Costa dei Madras, con un nome cosi': costa delle Vipere Berus, andava evitata in primis; a quota 1000m avremmo dovuto trovare un passaggio per il vicino Ciol de Sass ma niente, cosi' con la coda fra le gambe siamo tornati alla partenza (+-250m 2h 00') e non volendo vedere sfumata l'occasione di una giornata nel grembo della natura, siamo ripartiti risalendo direttamente il greto del torrente, costellato di magnifici massi (molti passaggi di I alcuni di II ma mai obbligati), di li' a poco avremmo incontrato un segnavia di ometti, ma dalla vicina costa dei serpenti nianche l'ombra di sentiero, solo strapiombi. In circa due ore usciamo dal greto del torrente e siamo in un ampia conca tra le cime Ciol di Sass, Prendera e di Pradus qui vediamo e fotografiamo il primo segnavia CAI 391, il sentiero fantasma esiste davvero, ma ci accompagnera' fino alla Val Cellina? In un altra ora siamo in forcella e bisogna decidere se tornare per la via conosciuta o sfidare l'ignoto, da persone razionali quali siamo decidiamo per la seconda, la vista sulla Val Prendera ci fa sperare in qualche via di fuga verso La Grave de Giere (alta val Cellina) nel caso il segnavia sparisse del tutto, quindi ci buttiamo a capofitto lungo la prima ripida discesa. Veniamo interrotti dalla prima frana da aggirare dall'alto, poi tutto tranquillo fino al canale sotto la Cima dei Landres Bianchs (cima delle grotte bianche), dove superiamo passaggi di I e II grado sporchi di detriti, usciti dal quale arriviamo sul prato pensile, che mi aveva ispirato, da superare su ripido traverso. Alla fine del traverso ci troviamo a ridosso di immense frane, qui passa la farglia, bisogna aggirarle risalendo la costa prativa e scendendo dall'altra parte, in cima al colle il segnavia sembra perduto, bisogna usare la testa, siamo a quota 1600, siamo passati sul prato pensile e la forcella Cadin e' di fronte a noi, bisogna scendere il sentiero e' certamente li' sotto. Infatti ritrovato il segnavia ci portiamo finalmente a F.lla Cadin costeggiando il bordo della frana, a questo punto la tenzazione di seguire il sentiero ben tracciato che va verso Malga Zuncol e' forte ma cosi' facendo la nostra relazione diventerebbe inutile, quindi torniamo sui nosti passi alla ricerca del segnavia perduto ancora una volta. Prima di traverso e poi in rapida discesa arriviamo ai ruderi di Casera della Val (1350m), ora si procede di nuovo di traverso superiamo un'altra piccola frana dal basso, passiamo una cengia ed incontriamo l'inizio di una galleria mineraria (occlusa) ed in breve saliamo sopra un risalto che ci fa intravedere la Stalla Col de Mela, la relazione ci conforta siamo sulla retta via. Scesi alla stalla guardiamo a destra, la faglia impera di li' non si passa, a sinistra un sentiero scende deciso ma senza segnavia, entriamo nella gola del T.Ciolesan (meta dei torrentisi), ultimo passaggio difficile cengia esposta, inclinata e cosparsa di fogliame umido (na verta), si attraversa il corso d'acqua e si risale un breve muro, passiamo sopra la forra e giunti in un secondo canale proviamo verso il basso, Blizz da lezioni di arrampicata in discesa, ma la via giusta e' in salita quindi torniamo sui nostri passi. Ora siamo alti sul canyon del Ciolesan e ci resteremo per qualche decina di minuti fino a quando il sentiero sbocca sull'alta Val Cellina, avvistiamo le Stalle de Pol e' finita o quasi, 10-20 min in rapida discesa ed ecco il parcheggio! Ci togliamo i vestiti per ripulirli dalle zecche residue e ci tuffiamo nella marmitta del Ciolesan che con la sua acqua corroborante ci purifica dai parassiti e dagli odori molesti. Grande treversata, infinita rispetto alle previsioni: 10h tonde. Non la consiglio a tutti ma solo a chi vuole osare.
Relazione di:
cAlabrones
 
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