Nome Carlo Data 03/11/2011 - 00:31:24 Email Carlo Piovan [carlo.piovan@gmail.com] Via Creme de la Creme Gent.mo Amos, oggi sono stato con un amico sulla Via “Creme de la Creme” sul Dolada, incuriosito dalle informazioni che hai pubblicato sul sito. Purtroppo le vie non son così belle come potrebbero sembrare. La roccia (bel calcare bianco) sembra super fino a che non ci metti le mani poi, ahimè, dove salgono gran parte delle vie, la roccia è sovente rotta dall'erba ed i tratti veramente belli son pochini. Niente da dire sulla chiodatura (artigianale ma buona) e sul posto oggettivamente molto bello. Ti scrivo queste righe solo per informarti che ahimè lo standard delle vie non è pari a quello di molte altre presenti nel tuo sito. Ti scrivo a titolo informativo essendo anche io autore di un sito che raccoglie relazioni (rampegoni.it.) So bene quanto è importare la qualità dell'informazione data. Sia chiaro che ho ben letto che tu hai scritto che erano informazioni riportate. In questo modo, spero solo di darti qualche nota utile in più. A presto, buone arrampicate e grazie per il lavoro che svolgi con il sito. Ciao, Carlo Nome maudi Data 03/11/2011 - 01:02:28 Email maudimiti@libero.it vie in dolada - creme de la creme Gentilissimo signor Piovan, 1- è la prima volta, e spero sia l'ultima, che scrivo qualcosa utilizzando questo mezzo comunicativo che tanto va di moda in questi anni tra gli amanti delle crode, e che tante polemiche sterili, nel pessimo mondo isterico e vanesio degli alpinisti, ha generato, togliendo il gusto dell'antica, sana chiacchierata tra un bicchiere di rosso e uno sguardo dritto negli occhi. 2- faccio riferimento al suo commento sulla via percorsa da lei in Dolada solo per mera riconoscenza nei confronti di Amos, che è autore e gestore di questo affascinante sito, e che sempre è venuto incontro a chi, nel tempo, ha cercato di valorizzare in qualche modo (giusto o sbagliato che sia) i monti e il territorio del beneamato Alpago. 3- per gli strani casi che la vita offre, davvero strani (!), non più tardi di tre ore fa stavo chiacchierando con chi, desumo dalla data della sua mail e dalle indicazioni del mio amico, le stava davanti in cordata sulla stessa via. E se le informazioni di questo mio amico sono corrette, credo la vostra cordata abbia lasciato la via nella seconda torre, quando mancavano ancora due tiri più quello della terza e ultima torre. Se così fosse, sarebbe un peccato, perché l'ultimo tiro de "La crème de la crème" si svolge su roccia ottima, considerando che le ripetizioni finora attestate e stimate non superano la dozzina. 4- Alcune rapide considerazioni... * nelle descrizioni delle vie, viene accennata la possibilità di trovare erba sui tiri. * le protezioni artigianali sono state poste da uno che ha macinato le montagne di 4 continenti per oltre 30 anni, dagli 0 agli oltre 8000 metri, aprendo decine di vie nuove fino all' A5 (oggi ri-valutato A4, pardon). Io son volato ad agosto per 4 metri circa su uno di quegli spit piantati "a mano", garantisco che ha tenuto benissimo. * il Dolada non è il Colodri e nemmeno la Tognazza, ma questo a un occhio navigato è ben intuibile fin dal basso, guardando le pareti dal rifugio Dolomieu. * le vie non contano centinaia di ripetizioni. Probabilmente anche molte super-classiche delle Dolomiti negli anni '30, alla decima ripetizione, non erano così perfette come lo sono oggi dopo la tremillesima... ma questo è ovvio, così com'è risaputo che nemmeno la celeberrima e battutissima zona del Falzarego (solo per fare un esempio) sia, in tutte le sue parti, esente da piccole "sorprese" che restano in mano se non caricate con una certa dolcezza. * il Dolada non presenta vie "sportive", ma alpinistiche, e in montagna si trova di tutto, dal granito yosemitico al marciume di certe "Comici" dimenticate che pochissimi battono... adattarsi, pur schifando la roccia e le spiacevoli sorprese, pur tornando a casa con l'amaro in bocca, è insito nella natura dell'alpinista, meno magari (giustamente) in quella del free climber. 5- ...tutta la noiosissima arringa precedente è dettata forse dall'abitudine, acquisita in questi ultimi mesi, a muoversi sul terreno alpagoto, che non è certo super compatto e adatto a palati fini, ma che riserva molte sorprese e un grosso bagaglio d'esperienze a chi voglia mettersi in gioco, a chi sappia andare ancora alla ricerca di un alpinismo esplorativo, con tutto ciò che esso comporta. Per tutte queste considerazioni è molto probabile che il mio sia un punto di vista viziato e assai miope, me ne scuso... 6- ...mi spiace solo, lo dico "di cuore", che un'ombra di discredito venga posta su questa zona "neonata". Pur con tutti i suoi limiti (e sono molti senz'altro, è indubbio), forse sarebbe interessante che tutti andassero de visu ad affrontare quelle vie per poterne trarre un opinione, un divertimento o una delusione in modo autonomo, non-condizionato. 7- complimenti per il suo gran bel e ricco sito, da cui io stesso nel passato ho più volte pescato a piene mani. Ad maiora. maudi Nome poppy Data 05/11/2011 - 14:24:33 Email poppys1@libero.it M.Dolada Vie di puro stile alpinistico con arrampicata varia, di varie difficoltà. Non se ne trovano in circolazione se non in ambiente e spero che restino cosi. Su certi punti c'è 1 pò d'erba, d'altronde, questo è l'ambiente circostante. Sono sicuro che con alcune ripetizioni i 2 torrioni si ripuliranno da sassi ed erba. Bravi a tutti quelli che si sono impegnati alla realizzazione di questa palestra. Nome matt Data 10/11/2011 - 23:10:01 Email matclimb@libero.it In aggiunta alla risposta di Maudi (..Grande Maudi ..concordo in tutto) aggiungo.. Il duro piacere del kiodatore è insolito di questi tempi e nelle nostre vallate. Se nasce o viene importato per qualke strano caso da luoghi lontani un kiodatore alpagotto, egli sarà morboso di plakke e strapiombi, che siano esse levigate in stile "don quiscotte" (ed in dolada se ne possono apprezzare molti tratti non ancora segnati) oppure lebbrotiche in stile "gherbaz". Il kiodatore alpagotto, scoiattolo solitario della croda e scrittore di fiabe selvagge, rispetta l'ambiente e ne trae divertimento per se e per chi, come lui, curioseggiano tra nuove forme. No stress da fama, gloria o competizione che sia. Salire le vie, liberarle con stile personale, e ritornare prima o poi su quel tavolo, dove la sera prima si stava kiakkerando col sotto mezonato bikkiere di buon rosso, ovviamente firmato rosso alpago! L'arrampicata deve essere libera, cosi' come è libero il pensiero di ogni uno di noi, libero spazio ad idee e critiche, zero noia e inutili "s-vedute". (PS: le placche migliori del dolada , che per ripeterle ci vorrebbero manolo o ondra, sono ancora inviolate xò.. ) Ciao Maudi & todos, matt |