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Escursionismo

Nome salita:
M. Tremol e giardino dei massi
Data:
01-11-2005
Regione:
Friuli VG
 
Zona:
Col Nudo - Cavallo
 
Partenza da:
C.ra Capovilla - Piancavallo
 
Dislivello:
710 m
Quota di partenza:
1300 m
Salita a:
sud
Discesa a:
sud
Difficoltà:
media
 
Commento:
Quest'oggi giorno di "Ogni santi" ho fatto l'asino come al solito e non sono andato nè a messa nè in cimitero, ma ho voluto commemorare i morti a modo mio, ho scalato i 700 m che separano la cima del M.Tremol da Piancavallo e lassù vicino al cielo ho dedicato loro un "padre nostro" ed un "ave o maria"; non solo ai miei ma a tutti i defunti in quanto penso che amici o nemici in vita, dopo morti tutti vadano rispettati ad ugual misura. Lasicado da parte l'introduzione, dovuta al giorno particolare, oggi andrò a descrivervi un itinerario molto interessante che porta al M.Tremol, meta alla portata di tutti, per la vicinanza a Piancavallo ed agli impianti di risalita, e proprio per questo ho scelto di evitare i sentieri segnati e salire per quella che sarebbe la classica invernale, ovvero per lo spigolo Sud. Partenza da Casera Capovilla da dove si dipana anche la via normale alla “Cima Manera" e "l'Altavia dei Rondoi", al primo bivio si lascia il sentiero per la C.Manera sulla destra e si prosegue diritti sul sentiero bollato di rosso, che in breve ci portera' ad intersecare gli impianti di risalita. Quando ne avrete avuto abbastanza dei piloni d'acciaio, ovvero appena avvisterete la Baita Arneri svoltate a dx. salendo senza via obbligata verso lo spigolo Sud del M.Tremol. Sicuramente questo primo tratto disseminato di rami, cespugli e doline vi fara' rimpiangere il buon vecchio sentiero di ciotolato, ma non appena araggiungerete la cresta, meraviglia: la vista si apre sull'adiacente Val Sughet, Cima Manera, Cimon dei Furlani e a sx. potrete continuare a vedere le piste, l'Alpago, il Cansiglio ect. Salendo lentamente lungo lo spigolo vi accorgerete che l'erba e' adeguatamente scalinata da rendere l'acensione quasi piacevole, gli sci-alpinisti poi potranno studiare con calma le vie di discesa da adottare in inverno inoltrato, e facendo attenzione sembrera' scontato il passaggio dalla pala del Tremol alla Val Sughet (utile per evitare eventuali multe). Un’altra cosa degna di nota di questo percorso, dal sapore vagamente alpinistico, e’ che potrete meglio osservare la flora e la fauna del gruppo montuoso. Una cosa di cui non mi ero mai reso conto prima e' che sul Cavallo ci sono dei larici, alcuni sfidano la forza di gravita' sulla ripida parete Est del Tremol ed altri sono piu' comodamente appoggiati sullo spigolo Sud. Un paio di Caprioli passeggiava tranquillamente sopra i 1500m e forse cercava un passaggio per il vicino Alpago. Il piano inclinato del Tremol presenta fino in vetta altra vegetazione oltre che all'erba, ad esempio ho notato una sorta di ginepro strisciante che non saprei meglio definire. Arrivati in vetta verrete respinti da un vento gelido che soffia da Nord, infatti consiglio di ridiscendere qualche metro per vestirvi e rifocillarvi. Una volta pronti a ripartire verrete tentati dai bolli rossi che conducono verso la Baita Arneri, ma sempre per colpa del vento verrete dissuasi e la scelta piu’ ragionevole sara’ quella di ridiscendere puntando allo spigolo Sud dal quale siete saliti. Rientrati nel bosco di faggio cercate di tenere una via di discesa piu’ possibile vicino allo spigolo ma senza esagerare altrimenti la pendenza potrebbe rendere il percorso sgradevole. Qualche zig zag per spezzare la pendenza mi ha portato nei pressi di due maglifiche placche di roccia “marmolada”: grigia, perfattemante liscia con qualche buco, maniglia, fessura qua’ e la, roccia talmente bella che viene subito voglia di toccarla, sotto una delle placche vedo una dolina e sotto l’altra una vera e propria grotta, mi guardo attorno a scopro che il colle e’ disseminato di massi di varie forme e dimensioni, sempre della stessa roccia, chiamero’ questo il “giardino dei massi”. La luce se ne sta’ andanto e’ ora di affrettarsi una piccola corsetta sulla strada di servizio delle piste da sci ed ecco l’imbocco del sentiero che mi riportera’ a Cra Capovilla, missione compiuta. Concludendo, non si puo’ pretendere che tutte le meraviglie della natura siano lungo i sentieri segnati dove le tracce dell’uomo si fanno troppo evidenti e la vita viene meno; in ambienti conosciuti o con punti di riferimento evidenti provate a spingervi fuori dai sentieri e non potrete fare a meno di scoprire nuovi tesori nascosti agli occhi dei piu’.
Relazione di:
Calabrones
 
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